DAI MEDICI AI LORENA: IL CANONE SETTECENTESCO

A CURA DI LAURA BONELLI

 

Come si legge nelle cronache di inizio Settecento, in occasione delle corse sembra che insieme al vero premio, che finiva prima o poi per essere smembrato o fuso, venisse donato alla Contrada vincitrice anche uno stendardo pitturato a ricordo e simbolo della vittoria e che si potesse tramandare per memoria.
Nei primi anni del secolo fu introdotto un secondo palio "alla tonda", da corrersi il giorno dopo quello consueto "alla lunga" e che, con il passare del tempo, avrebbe finito per prenderne definitivamente il posto. Dopo aver vinto il 2 luglio del 1701, la Nobile Contrada dell’Oca chiese di "ricorrere" il Palio vinto rimettendo in palio la vincita il giorno 16 agosto per l'Assunta destinando i 60 talleri vinti a luglio. Così nacque anche il secondo palio alla tonda che dal 1774 fu organizzato definitivamente dall’amministrazione civica. Ma per tutto il 1700, ci dice il Grassi, il vero e proprio Palio "ordinario" fu per i senesi quello di luglio. Quello di agosto fu ritenuto come un accessorio delle Feste patronali.
Come si legge nelle cronache della “ricorsa” del 16 agosto 1713 organizzata dalla Contrada della Chiocciola, e che fu vinta “a mezzo” dall’Onda e dalla Tartuca, fu esposto un bacile d’argento del valore di 40 tolleri ma secondo le descrizioni in palio c’era anche “un taffetta” che le due contrade si spartirono e “un drappello e la mazza” che fu donato alla chiesa di San Giuseppe. Si parla quindi di tre cose distinte. Il taffettà appare anche in un famoso dipinto che ne illustra l’avvenimento. Tradizionalmente comunque il più antico drappellone conservato in una sede museale è quello del 2 luglio 1719, vinto dalla Nobile Contrada dell’Aquila, e da quella data si usa far partire un’iconografia stereotipata che per quello che riguarda il palio di luglio mette al centro la Vergine a mezzo busto le cui fattezze derivano dalla scultura in terracotta venerata e custodita nella Basilica di Provenzano. Questa è rappresentata raggiata ed incoronata su una nuvola, accompagnata dagli stemmi granducali, nobiliari dei Deputati della festa e dalle contrade che però all’inizio svolgono un ruolo più decorativo marginale. Per quello che riguarda il palio dell’Assunta, cioè corso il 16 agosto, l’iconografia della Vergine è assisa sulle nubi con la variante delle braccia aperte in avanti per abbracciare la città o in piedi. Per tutto il XVIII secolo lo stile dei drappelloni fu sostanzialmente lineare e di qualità piuttosto modesta; gli esecutori erano degli anonimi decoratori mentre sul finire del secolo si assiste ad una sorta di sperimentalismo. Anche la forma stessa del drappellone subisce delle novità come si vede nel Palio fatto correre dall’Istrice, vincitore a luglio, il 17 agosto 1772, che compare in basso con il suo emblema e reca in alto al posto della Vergine l’immagine di San Bartolomeo protettore della Contrada. Il 16 maggio 1721 rappresenta una tappa fondamentale nella storia del Palio "alla tonda". In quella data il collegio di Balìa varò un bando che avrebbe costituito il primo moderno regolamento della Festa.

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