LA TRADIZIONE ACCADEMICA E IL MITO DEL MEDIOEVO

A CURA DI LAURA BONELLI

 

POLLAI 1

il Maestro Ezio Pollai

Dal secondo dopoguerra sono pochi gli artisti che si sono alternati nella pittura dei drappelloni. Oltre a Bruno Marzi che, ne dipinse diciotto e tutti e tre quelli del 1950, fu Vasco Valacchi, erede della più schietta tradizione senese, che fu chiamato undici volte dal Comune ad esprimersi con le sue composizioni rassicuranti e tradizionali ispirate ai modelli rinascimentali oltre a Dino Rofi (8) e Ezio Pollai (7 di cui 2 con Plinio Tammaro).
Si dovrà aspettare il 16 agosto del 1963 per vedere scendere sul campo un’opera completamente rivoluzionaria. Due giovani artisti, docenti dell’Istituto d’arte di Siena, Ezio Pollai e Plinio Tammaro, concepirono un’opera polimaterica, ispirata dalla Pop Art, introducendo, tra la seta e la tempera, anche la sabbia e il rame sbalzato e usando il fondo come una quinta teatrale completamente dipinta. La strada era oramai aperta. Per il palio straordinario del 21 settembre 1969 dedicato “alla conquista dello spazio” fu dato l’incarico a Mario Bucci detto Marte, un pittore emergente attivo fra Siena e Lugano che concepì l’opera usando tecniche diverse dalla serigrafia alla fotografia realizzando uno dei drappelloni destinati ad entrare nella storia artistica del genere.

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