LE CONTRADE. ORIGINI ED EVOLUZIONE STORICA

 

Vincenzo Rustici

 

EPOCA MEDIOEVALE


Il termine “contrada” appare nelle fonti senesi fin dal XIII secolo con la finalità, come in altre realtà urbane italiane, di indicare una zona della città unitamente ad altri riferimenti topografici quali “popolo”, “lira”,“compagnia” che venivano abbinati a nomi di strade, di chiese, di famiglie comitali che identificavano specifiche aree della città.
A Siena, quindi, originariamente, per contrada non s’intendeva un’ente amministrativo territoriale bensì una indicazione topografica che le istituzioni cittadine utilizzavano per identificare una zona urbana, in particolare ai fini di registrare dove la popolazione risiedesse, dove avesse proprietà immobiliari o dove esercitasse qualsiasi tipo di attività lavorativa e associativa.
In relazione alle vicende demografiche della città il numero delle contrade presenti a Siena andò mutando continuamente, ad inizio XIV secolo nel periodo di massima espansione se ne arrivarono a contare qualche centinaio, per poi ridursi drasticamente a meno di 50 dopo la Peste del 1348 che decimò di circa due terzi la popolazione.
Se in età comunale non possiamo individuare le contrade come vere e proprie unità amministrative territoriali, la presenza di un sindacus, ovvero una figura chefungeva da referente del Comune sulle vicende di ordine pubblico che accadevano in queste parti della città, lascia intuire come il termine di “contrada” venisse ad identificare un’entità ufficialmente riconosciuta a livello istituzionale.

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IL QUATTROCENTO


Identificazione che troviamo rafforzata ad inizio del XV secolo grazie ad una consolidata partecipazione alle pubbliche feste di schiere della cittadinanza individuabili proprio per l’appartenenza alle contrade. In tali occasioni, ancora alcune conservavano i nomi di strade, parrocchie o compagnie, ma al contempo altre iniziarono ad assumere i nomi dei moderni sodalizi contradaioli. Chiocciola e Giraffa, ad esempio, sono citate, intorno agli anni Venti del ‘400, in una novella di Giovanni Sermini in cui si narravadi un gioco delle pugna tenutosi nel Campo e durante il quale si misero in evidenza le loro schiere. Alcuni decenni più tardi, nel 1495, sempre ad un gioco delle pugna, narrato nel diario di Allegretto Allegretti, troviamo citate le schiere di Chiocciola, Drago, Giraffa, Onda, presenti con i propri “vessilli” e “trombetti”. Pochi anni dopo, nel 1506, un anonimo fiorentino, raccontando le feste tenutesi nel Campo, citava Aquila, Chiocciola, Drago, Giraffa, Istrice, Lionfante, Montone, Nicchio, Oca, Onda, Selva, Zoccolo (probabilmente quella che diverrà la Lupa).


IL CINQUECENTO


Per uno stabilizzarsi del nome e del numero delle contrade che oggi conosciamo, la documentazione ci rimanda alla metà del XVI secolo. In una relazione della Festa d’agosto del 1546 scritta di Cecchino Cartaio troviamo citate 16 contrade e qualche anno dopo, in un atto della Balia senese del 1560 finalizzato all’organizzazione di una Caccia ai tori in onore di Cosimo I dei Medici, nuovo signore della città, poi non più realizzata, sembra, per un marcato malcontento popolare, appaiono tutte le 17 Contrade con i nomi attuali:: Aquila, Bruco, Chiocciola, Civetta, Drago, Giraffa, Istrice, Liocorno, Lupa, Montone, Oca, Onda, Pantera, Nicchio, Selvalta, Torre ,Tartuca.

Dalla seconda metà del XVI secolo le contrade, ormai stabili associazioni popolari trovarono un percorso di legittimazione da parte delle istituzioni cittadine. Anche in seguito alla forte azione di “disciplinamento sociale” messo in atto dopo il Concilio di Trento, riscontriamo come nelle contrade fosse divenuto fortemente caratterizzante l’elemento devozionale. Pur rimanendo importante la finalità ludica e il rappresentarsi nelle pubbliche feste, le contrade iniziano a trovare un riferimento stabile nell’azione religiosa per certi aspetti molto simile a quella confraternale. Questa evoluzione portò progressivamente ogni contrada alla necessità di individuare chiese di riferimento dove esercitare il crescente impegno nell’attività religiosa e quale luogo di ritrovo e assemblea.

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In seguito a questa marcata evoluzione, l’organizzazione interna alle contrade andò modellandosi intorno ad una normativa costituzionale che tenesse conto in maniera importante, oltre che delle originarie finalità ludiche del sodalizio, delle finalità religiose. Da qui il consolidarsi ai vertici della contrada di due figure, quelle che ancor oggi permangono, il Priore (o Rettore o Governatore) che rappresentava l’istituzione e dirigeva la comunità e il Capitano che era il riferimento della contrada nelle pubbliche rappresentazioni, centrate dal XVII secolo sempre più sulla corsa dei barberi nel Campo.


IL SEICENTO E SETTECENTO


Ad inizio XVIII secolo, una normativa che definisse con maggior chiarezza la spettanza territoriale all’interno della città era divenuta un’esigenza impellente per porre fine alle continue dispute e contenziosi sulle zone di confino tra le contrade. Così nel 1730 Beatrice di Violante di Baviera, governatrice della città, incaricava la magistratura della Balia di ridefinire i territori delle 17 contrade secondo criteri di equa distribuzione della popolazione. Il Bando che ne scaturì rimane ancora oggi lo strumento normativo a cui viene fatto riferimento nell’individuazione delle zone di pertinenza di ogni contrada. L’emanazione di questa normativa di carattere pubblico è da considerare un momento chiave nella storia delle moderne contrade in quanto, introducendo il principio di inviolabilità della norma, oltre che a definire con precisione quali fossero i territori spettanti ad ognuna, di fatto fissava inderogabilmente il numero delle stesse.

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EPOCA MODERNA


Nei secoli seguenti fino ai nostri giorni le contrade, pur evolvendo con il mutare delle epoche e adeguando le proprie costituzioniin relazione ai cambiamenti sociali, hanno mantenuto la loro originaria struttura. Probabilmente l’elemento più innovativo è da considerare, intorno alla fine del XIX secolo, l’istituzione in seno alle contrade di “associazioni ricreative e di mutuo soccorso”, quelle che oggi sono le moderne società di contrada. Oggi l’attività di questi organismi assume una grande importanza ai fini dello svolgimento dell’attività ricreativa delle contrade, in quanto questi locali sono divenuti il principale luogo di ritrovo e aggregazione degli appartenenti durante tutti i giorni dell’anno.
Attualmente le contrade oltre a dedicarsi alla partecipazione al Palio ea mantenere la cultura e la memoria storica, svolgono un importante ruolo nel sociale occupandosi di aspetti quali la manutenzione del territorio, delle aree verdi, l’organizzazione di attività sociali per piccoli, giovani, anziani, svolgono attività solidali e per la promozione della cultura. Per questo loro ruolo, rappresentano di fatto il principale interlocutore delle Autorità cittadine con la popolazione senese.

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